Rosse irresistibili

Una ciliegia tira l’altra, da sempre. Oggi se ne coltivano varietà di diversa forma, colore e consistenza.
Squisite da sole, nelle confetture, in torte e crostate

 

Golose, lucide, carnose: in ogni epoca, con la loro dolcezza, le ciliegie hanno conquistato tutti. E ispirato tanti artisti: si ritrovano già nelle pitture di Pompei e, via via, negli affreschi di Giotto nella Cappella degli Scrovegni a Padova, nell’affresco di Bernardino Luini nel Duomo di Monza e nelle nature morte che Giovanna Garzoni dipingeva nel ‘500. Definite “frutto del paradiso”, rappresentano il simbolo della tentazione irresistibile.

Sfumature di bontà
La maggior parte delle specie si trovano in Cina e in Giappone, dove i ciliegi da fiore rappresentano a primavera un fenomeno di straordinaria bellezza. Il ciliegio selvatico, invece, antenato del ciliegio dolce da frutto, è stato uno delle poche specie a svilupparsi a Occidente, diffondendosi in gran parte d’Europa, dove oggi si produce il 60 per cento del raccolto mondiale. In Italia, questa pianta da frutto si trova sull’intero territorio, ma le regioni di maggiore produzione sono Puglia, Veneto ed Emilia-Romagna. Di solito sferica, la ciliegia può avere in alcune varietà anche una forma un po’ allungata o a cuore. Il colore va da rosso chiaro fino a rosso quasi nero e anche la polpa cambia nuance a seconda delle tipologie: dal bianco al rosso scuro, mentre la sua consistenza varia da tenera a croccante.
Le prime varietà di ciliegia giungono a maturazione da metà maggio a inizio giugno. Impossibile farne scorta: si tratta di un frutto che può essere conservato in frigorifero per pochi giorni.

In pasticceria
Torte, crostate, clafoutis, strudel, ma anche crêpes, meringhe e omelettes vedono la ciliegia protagonista in pasticceria. Dà origine a gustosi sciroppi, salse, gelatine per glassare torte e pasticcini, mentre sciroppata o candita è insostituibile per le guarnizioni, come nella torta di riso. La confettura, poi, arricchisce budini, bavaresi e charlotte e serve per farcire biscotti, brioche e per glassare dolci in genere. Il frutto intero si presta a essere conservato sotto spirito, per il fine pranzo. A proposito di spirito, il Cherry brandy è la più nota bevanda alcolica ottenuta dalle
ciliegie: si tratta di un’acquavite con una gradazione alcolica di 50-55°, a base di ciliegie nere o rosse pigiate, fermentate e distillate più volte.

 

Varietà sotto la lente

Le ciliegie possono essere di due tipi: a polpa tenera e a polpa consistente. I frutti del primo gruppo (tenerine) si distinguono per la forma regolare e per il colore della polpa rosso-nerastro, rispetto alla tinta chiara della polpa dei duroni che, generalmente, sono di dimensioni superiori.

• Mora di Vignola
(unica varietà a polpa tenera, gli altri sono “duroni”)
Dimensione: medio-piccola
Forma: sferoidale
Colore buccia: nerastro
Colore polpa: rosso-scuro
Consistenza: media

• Bigarreau
Dimensione: media
Forma: a cuore, un po’ schiacciata
Colore buccia: rosso brillante
Colore polpa: rosa
Consistenza: media

• Durone Nero I
Dimensione: medio-elevata
Forma: a cuore
Colore buccia: rosso scuro
Colore polpa: rosso
Consistenza: elevata

• Durone Nero II
Dimensione: medio-elevata
Forma: a cuore
Colore buccia: rosso scuro-nerastro
Colore polpa: rosso
Consistenza: elevata

• Ferrovia
Dimensione: elevata
Forma: a cuore
Colore buccia: rosso brillante
Colore polpa: rosa
Consistenza: elevata

• Anellone
Dimensione: elevata
Forma: sferoidale
Colore buccia: rosso brillante
Colore polpa: giallo-biancastro
Consistenza: elevata